Colonna Sonora: Cemetery Gate (D.Knight Edit), Pantera
Finalmente dopo due settimane
aveva smesso di piovere. Quella notte di primavera era proprio quello che ci
voleva per svagarsi. Musica, donne, musica, ancora donne e le ore passarono via
in fretta. Così in fretta che Raul e Maximilian si erano dimenticati che
l'indomani avrebbero dovuto lavorare entrambi. Stavano viaggiando in direzione
“casa” sulla statale ormai deserta; la nebbia notturna stava salendo ma la
visibilità non era male anzi, i lampioni che illuminavano la carreggiata
riflettevano la loro luce sull'asfalto ancora umido e lucido. “Grande
serata”...disse Raul “erano mesi che non ci divertivamo così...”. Maximilian
rispose annuendo con la testa mentre si accendeva la sigaretta appena fatta.
Abbassò leggermente il finestrino e lasciò che la nuvoletta di fumo che aveva
appena creato uscisse dall'abitacolo. Accese lo stereo e sintonizzò la
frequenza sull'unica stazione che a quell'ora trasmetteva qualcosa di decente.
“Potresti smetterla di appestarmi la macchina...”disse Raul rivolto
all'amico...ma questo era attratto da qualcosa ad alcune decine di metri da
loro. “Fermati!”disse... Raul rallentò istintivamente e notò una ragazza che
stava camminando sul bordo della strada. Indossava solo un vestito leggero
bianco evanescente ed era visibilmente stanca e turbata. “Sentiamo se ha
bisogno di aiuto Raul...” disse Max. Raul non era molto convinto, ma non sapeva
cosa fare e l'amico se ne accorse. “Dai, è solo una ragazza! Non avrai paura di
lei? Guarda che i fantasmi che chiedono passaggi sono solo nei film e nei
romanzi!” e strattonandogli la manica della giacca lo obbligò praticamente a
fermarsi. La ragazza si avvicinò subito alla macchina mentre Max abbassò il
finestrino. “Hai bisogno di aiuto?” le chiese. “Ho avuto un piccolo incidente e
la macchina non ne ha voluto sapere di ripartire, dato che abito a pochi
chilometri da qui mi sono incamminata....potreste darmi un passaggio?” rispose.
Max non se lo fece ripetere due volte e le fece cenno di salire. “...ha avuto
un incidente...” ripetè Raul prima che fosse salita. “Falla finita....” fu la
secca risposta dell'amico. Ripartirono quasi subito, mentre lo stereo della
macchina smise di funzionare. I due si scambiarono un'occhiata. “Allora...dove
ti portiamo?” chiese Raul. La ragazza indicò la strada aggiungendo solamente...
“poco più avanti.” Non era molto loquace, forse l'incidente l'aveva stressata
più del previsto o forse non aveva semplicemente niente da dire a due
sconosciuti. “Come ti chiami?”...affondò Max. “Maria”, rispose... “ecco...dopo
quel lampione prendete la stradina sterrata e sono arrivata.” Raul mise la
freccia e picchiò con una mano sulla coscia di Max, indicandogli il cartello
piantato all'incrocio. C'era scritto....Cimitero. Adesso anche Max aveva perso
il suo ottimismo. Le storie raccontano di spettri che si fanno riportare al
cimitero in cui sono sepolti, e a coloro che li aiutano spesso accadono cose
spaventose o finiscono per scomparire come avevano visto perfino su un video di
youtube. Una goccia solcò la fronte di Max, che adesso stava osservando nello
specchietto retrovisore il colore pallido della ragazza ed il suo sguardo
vitreo e perso nel vuoto. Raul frenò la macchina proprio davanti al grande
cancello del cimitero, mentre i fari illuminarono un gatto che stava riposando.
C'era solamente il cancello semiaperto, una casa buia in fondo alla piazzola e
centinaia di lumini che stavano puntati come occhi sulla macchina. Maria scese
e fece per avvicinarsi al finestrino anteriore, ma i due ragazzi ripartirono
sgommando sulla ghiaia tirando un sospiro di sollievo. Che maniere! Pensò la
ragazza. Poi avanzò verso l'ingresso del cimitero con passo etereo. In
lontananza il becchino stava ricoprendo una fossa preparata il giorno prima. La
ragazza si portò alle sue spalle e rimase un po' in silenzio ad osservarlo.
“Come mai sei fuori a quest'ora, papa?” chiese. Il becchino si voltò di scatto
impaurito... “Maria!!” esclamò facendo cadere la pala, “non ti avevo sentito
arrivare...mi fai prendere un colpo a momenti... Stavo finendo di ricoprire
questa fossa. Domani ci sarà una celebrazione e voglio che sia tutto in
ordine....me ne sono ricordato solo adesso...accidenti alla mia testaccia di
vecchio...”. Maria si chinò sulla lapide e notò le foto illuminate dalla torcia
a petrolio che aveva suo padre, poi caddè in ginocchio stravolta. “Lo so che è
una brutta faccenda” disse il becchino appoggiandole una mano sulla spalla,
“Sono due fratelli morti in un incidente proprio un anno fa. La loro macchina
si schiantò ad alcuni chilometri da qui....così giovani....”. I nomi sulla
lapide riportavano “Raul e Maximilian Ross”.
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